Il Giornale dell’Arte 2024

:: Archivo de los textos publicados por Roberta Bosco en 2024 ::

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:: 2024 ::

 

Il riservatissimo culto dell’arte dei Casacuberta-Marsans (03/12/2024)
Il collezionismo privato catalano, riservato per sua natura, ha due nuovi eroi: Fernando Casacuberta e la moglie Coty Marsans, che hanno deciso di esporre al pubblico la loro collezione, costituita negli ultimi trent’anni nel più completo silenzio mediatico. Si tratta di un fondo di gran valore e interesse, come testimoniano i numerosi prestiti di opere a grandi musei internazionali (dettagli online sul sito).
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.456, Dicembre 2024)

 

Le due facce della Belle Époque parigina (27/11/2024)
Nel 1900 Parigi accoglie la seconda Esposizione Universale, dopo quella del 1889, e 50 milioni di visitatori arrivano da tutto il mondo per essere testimoni dei progressi del nuovo secolo. Picasso e il suo inseparabile amico Carles Casagemas sono appena approdati nella capitale francese per ampliare il già nutrito gruppo di artisti catalani in cerca di fama e fortuna. Picasso, appena diciottenne, dipinge «Baraccone da fiera», che insieme alla raccolta di disegni «Album di Parigi» mette in luce il suo sguardo innovativo ed estremamente espressivo, segnando l’inizio di una carriera inarrestabile.

 

Le talpe perforatrici e la balena sospesa di Solar Abboud (19/11/2024)
«La mostra di Teresa Solar Abboud è come un muscolo che si espande e si contrae a seconda dello spazio in cui si trova. È un progetto che esplora nuove forme di complicità tra istituzioni, presentandosi in una nuova veste formale e concettuale in ognuna delle tre sedi che lo accoglie». Lo spiega Claudia Segura, responsabile della collezione del Museu d’Art Contemporani de Barcelona (Macba) e curatrice della rassegna «Teresa Solar Abboud».
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.455, Novembre 2024)

 

Don Chisciotte tradotto in cinese da Ai Weiwei (07/11/2024)
Si intitola «Ai Weiwei. Don Quixote» la grande mostra dell’artista e dissidente cinese che il Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León (Musac) presenta dal 9 novembre al 18 maggio 2025. «Anche se non è una retrospettiva, la rassegna affronta tutti i temi centrali del suo lavoro: la libertà di espressione, le crisi migratorie e la difesa dei diritti umani. È uno dei progetti più ampi e ambiziosi mai realizzati da Ai Weiwei in Europa, occupa circa 1.700 metri quadrati, più della metà del museo, con 44 opere tra installazioni, dipinti con mattoncini Lego, sculture e film ed è stato concepito appositamente per le sale del Musac, che per le loro dimensioni permettono di ospitare opere monumentali, impossibili da esporre in molti musei» spiega il direttore del centro e curatore della mostra Álvaro Rodríguez Fominaya.

In Catalogna l’arte digitale reinterpreta le pitture romaniche di Sant Climent de Taüll (29/10/2024)
Sono passati 900 anni da quando le chiese di Sant Climent e Santa Maria de Taüll nella catalana Valle de Boí, sui Pirenei, furono consacrate e poco più di cento da quando le pitture romaniche che le decoravano furono strappate dalle loro pareti per essere portate molti anni dopo al Museu Nacional d’Art de Catalunya (Mnac) di Barcellona, dove sono attualmente esposte.

 

Miró e Matisse, una combinazione di brutalità fauvista e poesia interiore (23/10/2024)
Nella Fundació Joan Miró 180 opere ricostruiscono il rapporto di amicizia e ammirazione tra i due artisti impegnati a emancipare le funzioni dell’arte.
«Per la prima volta una mostra analizza il rapporto di amicizia, rispetto e ammirazione che unì Henri Matisse e Joan Miró, due pittori di generazioni (Matisse era nato nel 1869 e Miró nel 1893) e approcci stilistici diversi, ma che condividevano la stessa riflessione critica sulla tradizione delle immagini nella cultura occidentale e il modo innovativo di rapportarsi con la pittura». Lo afferma Marko Daniel, direttore della Fundació Joan Miró di Barcellona che con Aymeric Jeudy, suo omologo del Musée Matisse di Nizza, ha lavorato quattro anni a un progetto di ricerca che vede la luce in forma di mostra con la curatela dello storico dell’arte Rémi Labrusse.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.454, Ottobre 2024)

 

Hilma af Klint non voleva esporre le sue opere (15/10/2024)
Il Guggenheim Bilbao ospita un’ampia retrospettiva dell’artista svedese che, nel testamento, fece esplicita richiesta di non esibire i propri lavori per almeno vent’anni dopo la sua morte. Esistono molti artisti in anticipo sui tempi che non ricevono in vita il riconoscimento che meritano, ma è molto raro che siano proprio loro a voler passare inosservati. È il caso di Hilma af Klint (Stoccolma, 1862-1944), pioniera dell’astrazione concettuale che non volle mai divulgare le sue opere, ma si preoccupò di conservarle e classificarle per le generazioni future.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.454, Ottobre 2024)

 

Nella bottega di Rubens tutti gli aiutanti erano professionisti (15/10/2024)
È noto che fino al Romanticismo i grandi pittori erano a capo di botteghe con molti apprendisti e aiutanti, ma come funzionava nella pratica questa collaborazione, e gli specialisti come riescono a distinguere la mano del maestro dalle altre? A tutte queste domande risponde la mostra «La bottega di Rubens», allestita dal 15 ottobre al 16 febbraio 2025 nel Museo del Prado, che conserva la maggiore collezione al mondo di dipinti di Pieter Paul Rubens (1577-1640), con più di 90 delle 1.500 opere che firmò il prolifico olandese.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.454, Ottobre 2024)

 

Il teatro-museo Dalí compie cinquant’anni (10/09/2024)
Il video «Il Teatro-Museo Dalí. Breve, ma chiara storia dell’arte a cura di Salvador Dalí» collega e contestualizza le tre mostre prodotte per commemorare il 50mo anniversario del museo realizzato dal celebre artista a Figueres, nella Costa Brava. Si tratta di «Il Teatro-Museo Dalí: un organismo vivente», «La macchina fotografica molle: una visione daliniana» e «I miei pittori preferiti: Velázquez, Vermeer, Raffaello».

 

Manifesta e le contraddizioni della contemporaneità (10/09/2024)
Le tre ciminiere si alzano minacciose in mezzo a una spianata ostile, se c’è il sole ti carbonizzi, se piove si trasforma in una distesa di fango, davanti si snoda la spiaggia deserta che gli abitanti del luogo chiamano Chernobyl. Nella desolazione la tela verde di Jeremy Deller con la frase «Speak to the earth and it will tell you» (Parla con la terra e lei ti risponderà) ondeggia al vento e accoglie i visitatori delle Tres Ximeneies, la centrale elettrica di Sant Adrià del Besòs, la sede più emblematica di Manifesta 15, che ha aperto le sue porte l’8 settembre (visibile fino al 24 novembre).
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.453, Settembre 2024)

 

Manifesta catalana è decentralizzata e rivendicativa (05/08/2024)
Dopo due anni di preparazione, Manifesta celebra la sua 15ma edizione a Barcellona dall’8 settembre al 24 di novembre. «È la più grande Manifesta che abbiamo mai organizzato ed è la prima decentralizzata, che si celebra in 12 città della cintura barcellonese con 16 sedi, riunite in tre cluster che sono allo stesso tempo tematici e geografici», spiega l’olandese Hedwig Fijen, direttrice e fondatrice della biennale nomade, ricordando che il modello di una Manifesta allargata sul territorio aveva mosso i primi passi nell’edizione di Palermo nel 2018.

 

Venticinque anni di trasformazioni sociali invadono il Prado (16/08/2024)
Tutti gli spazi del Museo del Prado destinati alle mostre temporanee ospitano fino al 22 settembre «Arte e trasformazioni sociali in Spagna (1885-1910)», un’occasione per conoscere, dal punto di vista degli artisti, i profondi cambiamenti sociali vissuti in Spagna tra il 1885 e il 1910.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.452, Luglio-Agosto 2024)

 

Jeff Wall: «Non sono un cacciatore di immagini, sono un fotografo» (05/08/2024)
Elegante e discreto, Jeff Wall (Vancouver, 1946) non corrisponde al prototipo della star. Si sposta con movimenti controllati e silenziosi, solo gli occhi si muovono veloci mentre non perde di vista nessun dettaglio del circo di giornalisti, fotografi e curiosi che lo segue per le sale del Virreina Centre de la Imatge di Barcellona, che ha organizzato la più completa retrospettiva mai dedicata in Spagna alla sua opera.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.452, Luglio-Agosto 2024)

 

Tàpies torna a casa, nel suo museo (19/07/2024)
La mostra centrale dell’Anno Tàpies, che celebra il centenario della nascita del pittore, arriva a Barcellona nella fondazione, ora diventata museo, da lui creata nel giugno del 1990. Dopo il grande successo dell’allestimento nel Museo Reina Sofía di Madrid, «La pratica dell’arte» (aperta dal 20 luglio fino al 12 gennaio) curata da Manuel Borja-Villel, che è stato direttore di entrambe le istituzioni, cambia volto e proporzioni per la presentazione che conclude il suo percorso.

 

La nuova pelle del Museu Tàpies di Barcellona (02/07/2024)
Continuano le novità alla Fundació Tàpies di Barcellona che ha colto l’occasione del centenario della nascita di Antoni Tàpies (1923-2012) per celebrare, sì, ma soprattutto per rinnovare l’istituzione. Così, dopo aver sostituito i responsabili delle mostre e delle collezioni, affidate rispettivamente alla barcellonese Patricia Sorroche e al madrileno Pablo Allepuz, la Fundació Antoni Tàpies cambia nome e diventa Museu Tàpies, con un nuovo logo e una nuova linea grafica.

 

Serrano: blasfemo o cristiano? (19/06/2024)
Abbiamo intervistato Andres Serrano (New York, 1950) a Barcellona, dove ha inaugurato il programma di attività del Museo dell’Arte Proibita, recentemente aperto dal collezionista, editore e tycoon dell’audiovisivo Tatxo Benet. Nelle sale, che accolgono opere vittime della censura e della persecuzione, non poteva mancare il celebre «Piss Christ» (1987), la fotografia che catapultò Serrano alla fama.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.451, Giugno 2024)

 

Il «Museo Habitat» di Borja-Villel per Barcellona (17/06/2024)
È passato quasi un anno da quando Manuel Borja-Villel, dopo il suo accidentato abbandono del Museo Reina Sofía di Madrid, che aveva diretto per 15 anni, è sbarcato a Barcellona come consulente speciale del Dipartimento di Cultura della Generalitat (il Governo autonomo) con l’incarico di «ripensare l’ecosistema museale catalano». L’incarico, così ampio e indefinito, generò diffidenza tra il personale dei musei prestandosi a critiche e polemiche di diverso tenore, rafforzate se possibile dal budget assegnatogli: ben 1,3 milioni di euro.

 

In un ex cinema di Barcellona aprirà il museo di Carmen Thyssen (31/05/2024)
È da più di 10 anni che Carmen Cervera, baronessa Thyssen, vuole aprire a Barcellona, la città in cui è nata, un museo con la sua collezione. E questa volta sembra proprio che ci riuscirà. Dopo aver scartato numerose possibili sedi, lo scorso 24 maggio, la collezionista e il fondo d’investimento Stoneweg hanno firmato un preaccordo, valevole per un periodo di 25 anni, con i proprietari dell’ex Cinema Comèdia.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.451, Giugno 2024)

 

Al Prado il Caravaggio messo all’asta per 1.500 euro (27/05/2024)
«Tre anni fa, l’8 aprile 2021, nel catalogo di Ansorena, una nota case d’aste di Madrid, apparve un’opera attribuita a un allievo del pittore spagnolo Jusepe de Ribera. Da subito il Prado intuì che l’attribuzione non era corretta e che probabilmente ci trovavamo di fronte a un’opera perduta di Caravaggio. Avvisò immediatamente il Ministero della Cultura che con la massima celerità dichiarò l’opera non esportabile dalla Spagna». Con queste parole Miguel Falomir, direttore del Museo del Prado, ha dato inizio alla presentazione dell’opera considerata una delle grandi riscoperte della storia dell’arte degli ultimi decenni.

 

Ricambio generazionale al Guggenheim Bilbao (23/05/2024)
«È giunto il momento di chiudere un ciclo iniziato 32 anni fa con un’iniziativa ambiziosa e quasi utopica: la creazione di un museo diverso da tutti quelli che esistevano allora, con la forza sufficiente per cambiare l’immagine e le aspirazioni di una città e di tutto un Paese». Lo ha affermato Juan Ignacio Vidarte (Bilbao, 1956), lo scorso 20 maggio al termine di una riunione del Consiglio d’amministrazione del museo Guggenheim Bilbao, in cui ha presentato le sue dimissioni dalla direzione del museo, una decisione già presa all’inizio del 2020 e poi ritardata dalla pandemia.

 

I 100 anni di Chillida celebrati a Minorca (14/05/2024)
La mostra «Chillida en Menorca» nella sede di Hauser & Wirth sita nella perla delle Baleari celebra il centenario della nascita dello scultore basco (sino al 27 ottobre) attraverso una sessantina di opere che attraversano mezzo secolo, dal 1949 al 2000.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.451, Giugno 2024)

 

BIENNALE ARTE 2024 | Il Padiglione della Catalogna (29/04/2024)
«Nel 1417 lo scrittore Anselm Turmeda, considerato, insieme a Ramon Llull, uno dei fondatori della letteratura catalana, scrive La disputa dell’asino. Il testo racconta la storia di un uomo che, dopo essersi assopito in un bosco misterioso, si sveglia con la capacità di comprendere il linguaggio degli animali. La sua nuova condizione gli permette di partecipare a un’assemblea nella quale l’asino, come portavoce delle bestie, mette in dubbio l’antropocentrismo e la superiorità umana sugli altri esseri e organismi viventi attraverso diciannove argomentazioni». Lo spiega Carlos Casas (Barcellona, 1974), artista visivo e cineasta, rappresentante della Catalogna, presente per la nona volta alla Biennale d’Arte di Venezia con un suo padiglione, nel programma degli Eventi Collaterali (nei Docks Cantieri Cucchini fino al 24 novembre).

 

A Barcellona ha aperto Prats NoguerasBlanchard (09/04/2024)
Antoni Muntadas è il protagonista dell’evento galleristico più atteso della primavera (se non dell’anno) barcellonese, la fusione tra due delle gallerie più rappresentative del panorama spagnolo: Joan Prats e NoguerasBlanchard. Nei suoi 48 anni di vita la mitica galleria Joan Prats ha rappresentato artisti del calibro di Miró, Tàpies, Brossa, Calder, Chillida e Penrose ed è sempre stata un punto di riferimento per l’arte d’avanguardia del momento. Invece, la galleria fondata nel 2004 da Alex Nogueras e Rebeca Blanchard, battezzata con i cognomi dei due galleristi, si è specializza da subito nelle pratiche di carattere concettuale, posizionandosi rapidamente sia nel panorama spagnolo che nel circuito internazionale.

 

Manifesta annuncia la sua prima edizione decentralizzata (08/04/2024)
Riuscirà la potente struttura di Manifesta, capitanata da Hedwig Fijen, ad attivare le località della cintura di Barcellona, un obiettivo perseguito a lungo senza successo dalle istituzioni catalane? Riuscirà a rendere così attraenti le iniziative da giustificare la visita del pubblico metropolitano, spesso restio perfino ad allontanarsi dal centro? Lo sapremo quando la 15ma edizione della biennale nomade europea Manifesta aprirà le sue porte a Barcellona e nei 12 comuni dell’area metropolitana coinvolti.

 

Barcellona sfata il mito del sogno americano (15/03/2024)
Al Cccb una mostra sui suburbi delle metropoli statunitensi, l’inquietante, asettico e inquinante spazio mentale e urbanistico in cui si è sviluppato un fenomeno pop: lo creò Norman Rockwell, lo esplora Gregory Crewdson, lo archivia Weronika Gęsicka. «Suburbia. La costruzione della città basata sul sogno americano», con cui il Centre de Cultura Contemporània de Barcelona (Cccb) celebra il suo 30mo anniversario.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.448, Marzo 2024)

 

Parte da Barcellona la riscoperta di Consuelo Kanaga (12/03/2024)
Al KBr 180 immagini ripercorrono i passi dell’attivista nell’America della segregazione razziale. Inizia da Barcellona la grande retrospettiva di Consuelo Kanaga (Oregon, 1894 – New York, 1978), figura fondamentale della fotografia moderna, anche se fino ad oggi poco riconosciuta, non solo in Europa, che la accoglie per la prima volta, ma anche negli Stati Uniti.

 

Continua a crescere il «sistema» La Caixa (07/03/2024)
La Fundació La Caixa ha annunciato l’apertura di quello che sarà il suo decimo centro d’arte e cultura della penisola. I lavori di costruzione del nuovo CaixaForum Málaga inizieranno nel corso del 2024 e si prevede che il centro possa aprire alla fine del 2026. Il progetto degli architetti Felipe Pich-Aguilera e Teresa Batlle si caratterizza per la sua integrazione nel paesaggio con la volontà di generare un impatto positivo nell’ambiente.

 

Trionfo della pittura ad ARCO (13/03/2024)
L’eco dell’ultimo bombardamento su Gaza risuonava ancora nei telegiornali, cosi come i reportage per il secondo anniversario della guerra tra Ucraina e Russia, eppure per una settimana nei grandi padiglioni di ARCOmadrid, la principale fiera di arte contemporanea della Spagna (dal 6 al 10 marzo), il tempo sembrava essersi fermato. I problemi, dall’escalation bellica all’emergenza ecologica, passando per le tensioni della politica interna e il revival dell’estrema destra, sono tali e tanti che l’arte cosiddetta politica sembra aver gettato la spugna, perlomeno ad ARCO.

 

I Caraibi ad ARCOmadrid (04/03/2024)
I Caraibi con il loro ventaglio di culture e le loro contraddizioni sono i protagonisti della 43ma edizione della principale fiera d’arte contemporanea della Spagna, ARCOmadrid, che si tiene dal 6 al 10 marzo. Quest’anno sono 205 le gallerie partecipanti provenienti da 36 paesi, di cui 171 confluiscono nel programma generale, cui si sommano le sezioni curate: «La riva, la marea, la corrente: un oceano di Caraibi», con 19 gallerie scelte da Carla Acevedo-Yates e Sara Hermann.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.448, Marzo 2024)

 

Gian Maria Tosatti: «La vera vita è navigare, non galleggiare» (04/03/2024)
«L’opera non è il frutto del furore creativo, ma il risultato di un’equazione perfetta. È un oggetto polimorfo che si squaderna davanti al visitatore, una specie di macchinario che s’incarica di tirare fuori qualcosa che vorremmo dire, ma che fatichiamo a verbalizzare o anche solo a visualizzare… È una specie di psicoanalista». Così l’artista Gian Maria Tosatti definisce l’emozionante installazione che presenta nel centro d’arte Santa Monica di Barcellona, nell’ambito della mostra «El otro lado» (1 marzo-2 giugno), curata dal direttore del centro Enric Puig e da Ferran Utzet.

 

Lynda Benglis finalmente in Spagna (01/03/2024)
A 83 anni, Lynda Benglis espone per la prima volta in Spagna e lo fa a Madrid, nel giardino della Banca March, dove ha installato quattro gigantesche fontane in bronzo e poliuretano (dal 5 marzo al 30 giugno). «Sono cresciuta vicino a un lago e ho sempre desiderato realizzare fontane. L’acqua scorre sopra e intorno a loro. Sono come eruzioni della terra e l’acqua ne sottolinea il carattere esplosivo», ha dichiarato l’artista, che ha collocato le fontane in diversi punti del giardino, un’isola verde nel quartiere Salamanca di Madrid, che l’entità ha aperto al pubblico come anticipo del suo centenario nel 2026.

 

Arte che è rivoluzione e speranza (29/02/2024)
Più 2mila opere compongono una delle collezioni private di arte latinoamericana più importante del mondo, riunita da Jorge M. Pérez, impresario immobiliare di fama mondiale, in prima linea nella trasformazione urbana del sud della Florida da oltre 35 anni. La celebre collezione, che abitualmente è visibile nel Pérez Art Museum di Miami, costruito da Herzog & de Meuron, si presenta per la prima volta in Spagna nel Centro Andaluz de Arte Contemporáneo (Caac), dal 2 marzo al primo settembre, con la curatela della nuova direttrice del museo Jimena Blázquez Abascal.

 

Un giardino per un agnello animatronico nel centro di Madrid (22/02/2024)
È passato un anno esatto da quando sono iniziati i lavori per riscattare da diciotto anni di abbandono la Montagna dei Gatti, una collina artificiale fatta costruire da Fernando VII intorno al 1820, nel Parco del Retiro di Madrid, e che nasconde al suo interno una grande sala. È qui che, dal 22 febbraio al 3 aprile, è allestita la prima mostra personale in Spagna dell’artista di origine nigeriana Precious Okoyomon, curata da Hans Ulrich Obrist e prodotta dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.

 

Borja-Villel racconta il suo Tàpies (16/02/2024)
«Antoni Tàpies. Retrospettiva», curata da Manuel Borja-Villel, primo direttore della Fundació Tàpies, è l’evento più importante dell’Anno Tàpies, che commemora il centenario della nascita dell’artista. La mostra, che inizia nel 1943 con i primi autoritratti e alcuni lavori legati al gruppo Dau al Set, si conclude con i dipinti di carattere erotico degli ultimi anni.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.447, Febbraio 2024)

 

Giovanni Anselmo al Guggenheim di Bilbao (06/02/2024)
Gloria Moure racconta la grande mostra che inaugura a poche settimane dalla scomparsa dell’artista: «È una creazione totalmente sua, ha scelto le opere e il loro dialogo, l’allestimento e i testi»
Il Giornale dell’Arte ha parlato con Gloria Moure, curatrice della retrospettiva dell’artista piemontese al Guggenheim di Bilbao, a pochi giorni dall’inaugurazione. Tra i più importanti esponenti dell’Arte povera Giovanni Anselmo si è spento a Torino il 18 dicembre a 89 anni.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.447, Febbraio 2024)

 

Mendieta, che usava la terra come tela e l’anima come pennello (01/02/2024)
Per una coincidenza del destino, il Musac-Museo di Arte Contemporanea della Castiglia e León ha inaugurato la mostra più completa mai dedicata in Spagna ad Ana Mendieta (L’Avana, 1948-New York, 1985) proprio quattro giorni dopo la morte di Carl Andre, che fu suo marito e, secondo la famiglia dell’artista cubana, anche il suo assassino.

 

La riscoperta del «Davide e Golia» di Caravaggio al Prado (11/01/2024)
In Spagna si conservano solo quattro opere di Caravaggio, catalogate come autografe, tre a Madrid e una in Catalogna: il «San Girolamo Penitente» nel Museo dell’Abbazia di Montserrat, la «Santa Caterina d’Alessandria» nel Museo Thyssen-Bornemisza, la «Salomè con la testa del Battista» nel Palazzo Reale di Madrid e «Davide e Golia» nel Museo Nazionale del Prado. Proprio quest’ultima torna all’antico splendore dopo un accurato restauro ad opera di Almudena Sánchez, restauratrice del museo madrileno, che ha restituito al dipinto i caratteristici chiaroscuri di Caravaggio, smorzati dal tempo sotto strati di sporco e vernici.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.447, Febbraio 2024)

 

Juana chiude, altre gallerie cambiano (08/01/2024)
Madrid. «Ho sempre detto che non mi sarei mai ritirata, ma tutto ha una fine». Con queste parole la gran dama dell’arte spagnola Juana de Aizpuru, novant’anni compiuti ad agosto, fondatrice della fiera Arco e sua prima direttrice, ha annunciato la chiusura del suo mitico spazio a due passi dal Museo Reina Sofía.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.446, Gennaio 2024)

 


 

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