A partir de 1994 Roberta Bosco es corresponsal desde España de Il Giornale dell’Arte (editorial Allemandi), la principal revista italiana de arte, fundadora del network del que forman parte The Art Newspaper y Le Journal des Arts.
Roberta fue corresponsal en Barcelona de la edición española (El Periódico del Arte) desde su inicio en 1997 hasta su cierre en 2002.
Vamos a reunir en esta página una selección de artículos publicados por Roberta Bosco entre 1994 y la actualidad:
Artículos online en https://www.ilgiornaledellarte.com/autore/Roberta_Bosco
:: 2022 ::
– Chillida il concavo, Miró il convesso (28/09/2022)
Hernani (Spagna). Il 17 aprile 2019, Chillida Leku (Il luogo di Chillida), lo spettacolare museo e parco di sculture creato da Eduardo Chillida a Hernani, a pochi kilometri da San Sebastián, riapriva le sue porte con l’oculata guida di Hauser & Wirth (cfr. n. 397, mag. ’19, p. 38p. 38). Dopo averlo diretto dal 2000 al 2010 ed essere stati costretti a chiuderlo per mancanza di fondi, ma soprattutto per difficoltà nella gestione… (continua).
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.431, Settembre 2022)
Il lato oscuro del pittore della luce
Madrid. È noto come il pittore della luce, dei caldi colori del Mediterraneo e dei bianchi luminosi dalle sfumature infinite, eppure Joaquín Sorolla (Valencia, 1863-Cercedilla, 1923), di cui si è da poco conclusa una visitatissima mostra a Milano, ha anche un affascinante lato oscuro. Lo dimostra «Sorolla in nero», nel Museo Sorolla fino al 27 di novembre, rassegna che anticipa le celebrazioni per il centenario della morte del pittore.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.431, Settembre 2022)
A costo di sembrare spazzatura
Madrid. «La fotografia significava esplorazione e scoperta. Volevamo mostrare ciò che nessun pennello poteva fare e infrangevamo tutte le regole. Anche i soggetti erano nuovi: carta strappata, foglie morte, pozzanghere… La gente pensava che fosse spazzatura! Ma andare contro le regole apriva le porte a nuove possibilità». Sono parole di Ilse Bing (1899-1998), di cui la Fundación Mapfre presenta la prima retrospettiva in Spagna.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.431, Settembre 2022)
– Le smaterializzazioni di Pablo e Julio (22/09/2022)
La Fundación Mapfre si porta avanti nella commemorazione del 50mo anniversario della morte di Picasso (8 aprile 1973) con la mostra «Julio González, Pablo Picasso e la smaterializzazione della scultura», che inaugura nella sua sede madrilena il 23 settembre.
La rassegna rappresenta il contributo postumo del compianto Tomàs Llorens, scomparso il 10 giugno 2021 e il cui testimone è stato raccolto dal figlio Boye Llorens Peters. Sotto la lente è la collaborazione tra i due artisti nel periodo 1928-32, quando Picasso chiese aiuto all’amico González per realizzare un monumento funebre a Guillaume Apollinaire.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.431, Settembre 2022)
– Oteiza e Chillida mostri sacri della scultura basca (07/09/2022)
Al Museo San Telmo di Donostia/San Sebastián è riuscita un’impresa che pareva impossibile: riunire in un’esposizione i due mostri sacri della scultura basca Jorge Oteiza (1908-2003) ed Eduardo Chillida (1924-2002), due figure fondamentali dell’arte della seconda metà del ’900.
Anche se biografi e famiglie preferiscono sorvolare sulla loro perenne inimicizia, l’impresa non è stata facile. Il risultato, una splendida rassegna: «Jorge Oteiza ed Eduardo Chillida. Dialogo negli anni ’50 e ’60», che apre le porte a una nuova visione dell’opera dei due artisti immensi, morti a pochi mesi di distanza, quasi 20 anni fa.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.431, Settembre 2022)
– Ora l’uomo più antico ha 1,4 milioni di anni (01/09/2022)
Fino al 30 giugno scorso il volto più antico conosciuto in Europa era quello dell’Homo antecessor, scoperto nel 1993 nella grotta della Gran Dolina, nel sito di Atapuerca, appena fuori dalla cittadina di Burgos, nel nord della Spagna. Gran parte dell’équipe che ritrovò quel cranio, la cui datazione è stata stimata a 850mila anni fa, è la stessa che ai primi di luglio ha realizzato un’altra scoperta che entrerà a far parte della storia dell’evoluzione umana. Nella zona del sito denominata Sima dell’Elefante, dove erano già stati trovati resti umani, è apparso un frammento di mandibola umana che risale a circa 1,4 milioni di anni fa.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.431, Settembre 2022)
– Nel Padiglione catalano, l’acqua anima la performance (19/08/2022)
«L’acqua sarà il nuovo petrolio». Lo afferma Oriol Fontdevila, il curatore del Padiglione della Catalogna che per la 7ma volta si presenta tra gli Eventi Collaterali della Biennale grazie all’Istituto Ramon Llull, responsabile della diffusione della cultura catalana all’estero.
Scelto da una giuria indipendente, «Llim» di Lara Fluxà (Palma, 1985) è una performance interpretata dall’acqua e dal vetro. Esperta nella soffiatura del vetro nonostante la giovane età, l’artista ha creato un paesaggio di sculture (che lei chiama organismi) alimentate dall’acqua del vicino canale di San Pietro.
– 2.500 mq in più per il Mnac (17/08/2022)
Sono trascorsi tre anni da quando il Consorzio a capo del Museu Nacional d’Art de Catalunya (Mnac), formato dalla Generalitat, dal Comune e dal Ministero della Cultura, approvava il piano strategico presentato dal direttore Pepe Serra per l’ampliamento del museo in vista del suo centenario nel 2029. Poi il Covid-19 e il silenzio, fino ai primi di giugno quando il Consorzio ha annunciato che a breve avrebbe lanciato il bando per dare inizio ai lavori.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.430, Luglio/Agosto 2022)
– Un boutique hotel nella casa modernista (09/08/2022)
Con circa 400 edifici costruiti, Enric Sagnier (Barcellona, 1858-1931) è l’architetto più prolifico del capoluogo catalano. Il suo stile eclettico, con una certa tendenza classicista, che reinterpreta il Modernismo in modo sobrio e funzionale, gli diede notorietà e incarichi continui, ma dopo la sua morte i suoi legami con la Chiesa e i settori politici conservatori lo fecero cadere in un ingiusto oblio. Adesso la sua casa di famiglia, un edificio lungo la Rambla Catalunya (Casa Sagnier), è diventato un boutique hotel 5 stelle.
– Ecco com’era la casa perduta di Goya (23/07/2022)
Siamo nel 1823, nella Quinta del Sordo, la casa dove Francisco Goya visse dal 1819 al 1824 e sulle cui pareti dipinse le famose 14 pitture nere. Con l’ausilio delle più avanzate tecnologie dell’immagine l’artista francese Philippe Parreno ha riprodotto all’interno del Museo del Prado queste stanze perdute. La Quinta del Sordo, infatti, fu demolita nel 1909, ma prima il suo proprietario, il banchiere parigino Émile d’Erlanger, ordinò al restauratore Salvador Martínez Cubells di trasferire su tela le enigmatiche opere con la tecnica dello strappo.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.430, Luglio/Agosto 2022)
– Luis Paret y Alcàzar. Acquerelli dal Settecento spagnolo (04/06/2022)
Fino al 21 agosto il Museo del Prado accoglie la prima mostra monografica del pittore e acquarellista Luis Paret y Alcázar (Madrid, 1746-99), artista unico nell’arte spagnola del suo tempo, noto per il suo stile preziosista derivato dal rococò francese, la cui fortuna fu condizionata dalla figura di Goya, suo contemporaneo.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.430, Luglio/Agosto 2022)
– A Valencia la scultura immateriale di Inma Femenìa (21/06/2022)
Un arcobaleno è tra i simboli del nuovo CaixaForum che s’inaugurerà il 22 giugno. «Arc al Cel» di Inma Femenía, una scultura immateriale che riproduce il fenomeno ottico dell’arcobaleno a 30 metri d’altezza, rappresenta la combinazione di arte, natura, scienza e architettura, che caratterizza il decimo centro culturale della Fundación La Caixa in Spagna.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.429, Giugno 2022)
– Sotto uno strato di gesso, le tavole di Juan de Borgoña (09/06/2022)
Un anno e mezzo di restauro di una pala d’altare cinquecentesca ha riportato alla luce le otto magnifiche scene religiose dipinte da Juan de Borgoña (Giovanni di Borgogna) per la Chiesa della Santísima Trinidad di Alcaraz (Albacete), località del sud-est della Spagna. Le otto tavole che si credevano perdute, eseguite a tempera con finitura a olio, erano occultate da uno strato di gesso su cui era stato dipinto un ciclo di episodi della vita di Cristo di pessima qualità.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.429, Giugno 2022)
– La fotografia documentaria protagonista a PhotoEspaña (31/05/2022)
Superati gli anni della pandemia con fantasia e coraggio, PhotoEspaña, la cui prima edizione si tenne il 16 giugno 1998, arriva al 25mo anniversario senza mascherina, in un mondo ormai quasi normalizzato. Il festival diretto da Claude Bussac, che in questi anni è diventato un punto di riferimento per la fotografia in Spagna e in Europa, si tiene dal 1° giugno al 28 agosto e presenta il lavoro, spesso inedito, di 442 autori in 120 mostre, allestite in 31 sedi, per la maggior parte a Madrid, ma anche in altre città spagnole e in alcune località straniere.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.429, Giugno 2022)
– Le nozze d’argento del Guggenheim Bilbao (30/05/2022)
Bilbao. Il 18 ottobre 1997 apriva le sue porte il Guggenheim Bilbao nell’iconico edificio di Frank O. Gehry, destinato a diventare uno dei principali simboli della città basca. In un contesto molto diverso rispetto a quello di 25 anni fa, ma ugualmente difficile, segnato dalla pandemia e dalla crisi economica incombente, la direzione del museo punta sulla flessibilità e sull’uso delle tecnologie per diffondere l’arte e continuare a essere un elemento «trainante» del territorio.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.428, Maggio 2022)
Quei dipinti curano
San Sebastián (Spagna). La svizzera Emma Kunz (1892-1963) si considerava ricercatrice, naturopata e guaritrice (ed era riconosciuta come tale), ma non artista. Per questo non pensò mai di esporre i suoi disegni, che furono scoperti
da Harald Szeemann dieci anni dopo la sua morte grazie a una mostra organizzata dal suo ex paziente Anton C. Meier.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.428, Maggio 2022)
Boutique hotel nella casa modernista
Barcellona. Con circa 400 edifici costruiti, Enric Sagnier (Barcellona, 1858-1931) è l’architetto più prolifico del capoluogo catalano. Il suo stile eclettico, con una certa tendenza classicista, che reinterpreta il Modernismo in modo sobrio e funzionale, gli diede notorietà e incarichi continui, ma dopo la sua morte i suoi legami con la Chiesa e i settori politici conservatori lo fecero cadere in un ingiusto oblio.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.428, Maggio 2022)
– Barcellona da 125 metri con Tomás Saraceno (19/05/2022)
Dal 20 maggio, la Torres Glòries dell’architetto francese Jean Nouvel, che nel 2005 cambiò lo skyline della città diventandone uno dei simboli, apre al pubblico per la prima volta il suo «mirador» grazie a «Cloud Cities Barcelona», una spettacolare opera di Tomás Saraceno. Si tratta della prima installazione permanente che il celebre artista argentino inaugura nel Sud d’Europa.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.429, Giugno 2022)
– Chambi e l’antica cultura andina (09/05/2022)
A partire dalle sue fotografie di Machu Picchu nel 1924, Chambi diventa un simbolo della fotografia contemporanea e documentaria in America Latina e il suo peculiare trattamento della luce, della forma, dello spazio e dell’inquadratura comincia a fare scuola. La Fundación Foto Colectania di Barcellona ne riconosce l’importanza per la storia della fotografia organizzando fino al 12 giugno «Martín Chambi e i suoi contemporanei. Le Ande fotografate», a cura di Andrés Garay e Stefano Klima, la sua prima antologica in Europa a presentare stampe vintage.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.428, Maggio 2022)
– La prima volta in Spagna di Kunz (09/05/2022)
La svizzera Emma Kunz si considerava ricercatrice, naturopata e guaritrice (ed era riconosciuta come tale), ma non artista. Per questo non pensò mai di esporre i suoi disegni, che furono scoperti da Harald Szeemann dieci anni dopo la sua morte grazie a una mostra organizzata dal suo ex paziente Anton C. Meier. «Il mio lavoro è destinato al XXI secolo» diceva e aveva ragione: dalla mostra del 1973 la sua opera ebbe un successo planetario.
Miralda quand’era fotografo di Vogue
Barcellona. Noto per le installazioni e gli happening, Antoni Miralda (Barcellona, 1942) ha esordito come fotografo per «Vogue» negli anni Sessanta (nella foto, uno scatto newyorchese). Una selezione delle sue immagini è esposta per la prima volta a La Virreina Centre de la Imatge, sino al 19 giugno.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.427, Aprile 2022)
– René Magritte e la macchina universale per fare quadri (19/04/2022)
Dopo 32 anni di assenza René Magritte torna in Spagna con la mostra «La máquina Magritte», una coproduzione tra il Museo Thyssen-Bornemisza e la Fundación La Caixa. La retrospettiva, al CaixaForum Barcellona fino al 5 giugno, si compone di una settantina di opere, più un importante insieme di fotografie e filmini domestici realizzati dall’artista e scoperti negli anni Settanta, che compongono una sorta di album di famiglia intriso del singolare spirito di Magritte.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.427, Aprile 2022)
– Teresa Lanceta dal Macba all’Ivam (13/04/2022)
Il Macba e l’Ivam organizzano la prima retrospettiva di Teresa Lanceta a Barcellona.
«La tessitura è la più universale e atemporale delle arti, è un’attività lenta e ripetitiva che lascia molto spazio al pensiero e alla riflessione». Lo ha affermato Teresa Lanceta (Barcellona, 1951) nella presentazione di «Tessere come codice aperto», la sua prima retrospettiva, aperta nel Museo d’Arte Contemporanea di Barcellona fino all’11 settembre.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.428, Maggio 2022)
– Tre installazioni di Goshka Macuga (12/04/2022)
La guerra in Ucraina sembra aver rafforzato il significato e amplificato le risonanze dell’opera dell’artista polacca Goshka Macuga (Varsavia, 1967), che si presenta per la prima volta in Spagna nella Fondazione Tàpies, fino al 27 settembre. La rassegna, intitolata «In movimento», comprende tre installazioni realizzate tra il 2009 e il 2011: «Plus Ultra», «The Nature of the Beast» e «Untitled (The Letter)».
– Mariano Fortuny, l’artista che lavorava da artigiano (21/02/2022)
Nato a Granada, vissuto tra Parigi, Roma e Venezia, nel palazzo trasformato in museo che ha riaperto dopo lavori di ristrutturazione, Mariano Fortuny y Madrazo (1871-1949), figlio del pittore Marià Fortuny è il prototipo dell’artista totale, cosmopolita ed eclettico al punto che Marcel Proust lo soprannominò «il mago di Venezia».
– Tutti gli affreschi di Carracci per la Cappella Herrera (08/03/2022)
Può finalmente inaugurare «Annibale Carracci. Gli affreschi della Cappella Herrera», la mostra organizzata dal Museo del Prado di Madrid, il Museu Nacional d’Art de Catalunya (Mnac) di Barcellona e Palazzo Barberini di Roma, prevista per il 2020 e posticipata per il Covid. Le tre istituzioni si sono unite per presentare un insieme di dipinti murali di straordinaria importanza: gli affreschi realizzati da Annibale Carracci (Bologna, 1550 – Roma, 1609) e dai suoi allievi per la cappella di Juan Enríquez de Herrera, nella Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli a Roma.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.426, Marzo 2022)
– ARCO Madrid chiude in positivo
Soddisfazione generale alla chiusura della 41ma ARCOmadrid, la prima edizione post pandemica ha fatto tirare un sospiro di sollievo al mondo dell’arte spagnolo, le vendite di ARCO rappresentano infatti il 60% del fatturato totale dell’anno.
La pittura trionfa, la fotografia si mantiene, sparisce il video, le installazioni hanno una presenza minima e gli Nft fanno timidamente capolino. Non ci sono stati scandali o polemiche di peso e «Cerrar para abrir» (Chiudere per aprire) il raccapricciante video (4.500 euro) dell’operazione in cui l’artista peruviana Wynnie Mynerva si fa suturare tre quarti della vagina, nonostante la violenza implicita, è stato poco più che un aneddoto.
La carica dei 100 più 190
Madrid. Arcomadrid festeggia il 40mo anniversario tornando alle date consuete, dal 23 al 27 febbraio. «In realtà sono 40+1, perché per mantenere le presenze internazionali previste abbiamo preferito posticipare la celebrazione di un anno. È un progetto che unisce passato e futuro attraverso le gallerie che hanno contribuito a scrivere la storia di Arco e il loro rapporto con artisti e collezionisti», spiega Maribel López, direttrice della fiera madrilena, che
ha assegnato la curatela del programma commemorativo a María Inés Rodríguez, Sergio Rubira e
Francesco Stocchi.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.425, Febbraio 2022)
– Il Tempio di Ercole balena bianca dell’archeologia
Cadice (Spagna). Il Tempio di Ercole Gaditano è una delle grandi balene bianche dell’archeologia. Ritenuto uno dei più importanti centri religiosi dell’antichità, finora si pensava che fosse situato sull’isolotto di Sancti Petri, nel comune di Chiclana (nella Spagna sud occidentale), ma alcuni ricercatori dell’Università di Siviglia e dell’Instituto Andaluz del Patrimonio Histórico sostengono di averne individuato la localizzazione vicino a Cadice, sempre sulla costa atlantica della Spagna.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.425, Febbraio 2022)
– Più sinceri dietro la maschera (12/02/2022)
Chi l’avrebbe mai detto che una mostra sulla storia della maschera sarebbe stata inaugurata nel momento in cui una pandemia costringe il mondo a vivere nascondendo naso e bocca. «La maschera non mente mai», aperta nel Centre de Cultura Contemporània de Barcelona (CCCB) fino al primo maggio, propone un excursus sull’uso e il ruolo della maschera in relazione alle politiche di controllo dell’immagine, alla resistenza culturale all’identificazione, alla difesa dell’anonimato o al modo in cui i dissidenti l’adottano come simbolo di identità.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.425, Febbraio 2022)
– 40 + 1 = ARCOMadrid
Si svolge dal 23 al 27 febbraio ARCOmadrid, edizione 40 (+1). Quando nel 2019 Maribel López ha preso le redini della più importante fiera d’arte contemporanea della Spagna, annunciando un nuovo ciclo, mai si sarebbe immaginata quanto nuovo sarebbe stato. Riuscì solo a organizzare un’edizione pre-Covid e per il rotto della cuffia.
– Il canto del cigno di Borja-Villel
Madrid. A fine novembre, con 7 mesi di ritardo (nonostante la pandemia), Manuel Borja-Villel, direttore del Museo Reina Sofía, ha inaugurato il nuovo allestimento della collezione permanente, che illustra lo sviluppo dell’arte mondiale, concentrandosi sulla Spagna. Con il titolo «Vasi comunicanti » si espongono 2mila opere, di cui circa il 70% inedite, che ora occupano oltre 15mila metri quadrati su 6 piani.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.424, Gennaio 2022)
– Vuoi mettere i catalani…
Il Museu del Disseny de Barcelona, il museo del design più noto con l’acronimo di Dhub, ha presentato il primo restyling della collezione permanente dalla sua apertura nel 2014. Il nuovo allestimento, intitolato «Oggetti comuni. Storie locali, dibattiti globali», mette in luce l’impatto sociale, estetico e culturale del design e la sua relazione con i grandi temi contemporanei, ma la novità principale è la rivendicazione dei prodotti autoctoni.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.424, Gennaio 2022)
– I Fortuny ritrovati. Ma la caccia non è finita (20/01/2022)
Dopo una ricerca durata quasi tre anni, gli storici dell’arte Francesc Quilez e Mireia Berenguer, rispettivamente conservatore capo e archivista del Museu Nacional d’Art de Catalunya (Mnac) di Barcellona, hanno annunciato il ritrovamento di sei opere di Marià (Mariano) Fortuny (Reus, 1838-Roma, 1874), l’artista spagnolo più cosmopolita e celebre del XIX secolo, morto a soli 36 anni nel pieno della sua folgorante carriera.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.425, Febbraio 2022)
– Niente di più libero della scultura
«Il senso della scultura» (fino al 6 marzo), la mostra più importante della stagione della Fundació Miró, propone un nuovo approccio alla storia della scultura e alla sua evoluzione nel XXI secolo, attraverso un centinaio di opere di 65 artisti da Antoni Gaudí allo stesso Miró, passando per Richard Serra, Bruce Nauman, Susana Solano, Sarah Lucas, Joseph Beuys, Lygia Clark e molti altri.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.424, Gennaio 2022)
– Per capire l’attualità è meglio giocare
I videogiochi sono i protagonisti di «Homo Ludens. Videogiochi per capire il presente», una produzione della Fundació la Caixa presentata fino al 18 aprile nel CaixaForum di Barcellona, per poi essere allestita a Siviglia e negli altri centri culturali dell’istituzione. «I videogiochi sono la rappresentazione più contemporanea della dimensione ludica, essenziale per la socializzazione e l’apprendimento. Toccano in modo trasversale tutti gli ambiti della società», afferma il curatore, l’italiano Luca Carrubba, ricercatore e direttore di ArsGames, un’associazione che promuove progetti culturali transdisciplinari legati ai giochi elettronici.
(Edizione in PDF de Il Giornale dell’Arte n.424, Gennaio 2022)
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